Un socio del centro di ascolto, Gianni Rombenchi, ci ha inviato questa poesia che molto volentieri pubblichiamo.
Urla la voce del ghiaccio dal polo:
Signori, io qui sono sempre più solo,
di me non resta che qualche cubetto…
vi prego smettete, l’avevo già detto.
Ormai sono anni che mi sciolgo ogni giorno,
se muoio per sempre, poi non ritorno…
e verranno con me foche, orsi e pinguini.
Resterà solo una foto, per i vostri bambini!
Ma il mio sacrificio non sarà vano,
all’acqua del mare tenderò la mia mano…
e forse da “liquido” troverò pace,
ma quanta plastica intorno, che non mi piace!!!
Vorrei agitarmi, liberarmi e fuggire,
ora sono il mare, ma non voglio morire!
A questo scempio io mi ribello
ed alzerò con forza il mio livello,
fino a sommergere un po’ di costa
e tutto quello che non si sposta!!!
Di nuovo ed ancora mi avete inquinato
e non posso che darvi poco pescato!
Così son costretto ad evaporare …
Adesso sono una nube e posso volare!
Ecco, che dall’atmosfera riesco a vedere,
l’effetto serra ed il suo potere…
Anche qui respiro le vostre acre emissioni:
mi lacrimano gli occhi, mi soffocano i polmoni.
Le acide piogge sono il mio pianto,
che cadono al suolo, come uno schianto …
I miei colpi di tosse sono uragani,
gli ultimi avvisi per voi umani!!!
Perché se ancora non lo avete capito …
io sono il Clima, ma non sono impazzito!!!
Difendo il Pianeta dalla tua idiozia,
da quello che crei e poi getti via!
Proteggo soltanto questa sfera di terra,
da te, uomo, e dalla tua “economica guerra”,
fatta di soldi, consumo ed oggetti,
di ottusi interessi, che tu non ammetti.
Hai cambiato il ciclo delle stagioni,
nell’arco di poche generazioni!
Lo chiami benessere e forse progresso?
Ma tiri la corda un po’ troppo spesso!!!
Sei l’animale più intelligente,
dimostralo adesso, o non vali più niente!!!