Camelia On Air

Tempo fa si è aperta la selezione per accedere ad “Associazioni in radio“, il servizio del Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana) di comunicazione e promozione radiofonica pensato per gli Enti del Terzo Settore della Toscana.
Noi di Camelia ci siamo subito candidate e siamo state chiamate dalla redazione di Controradio per una intervista alla nostra vicepresidente Francesca Brunetti.
Nell’intervista parliamo di Camelia, della strada che abbiamo fatto finora e di tutte le nostre attività.
In questo momento sospeso e surreale, ci sembra importante fare presente che le associazioni del Terzo Settore ci sono, sono vive e con obiettivi ben precisi per la ripartenza

Potete ascoltare l’intervista fino al 19 aprile su Radio Toscana, Controradio, Navaradio, Punto Radio Cascina e Contattoradio oppure qui sotto

Camelia ON AIR

Cosa ci lascerà questo tempo?

NOVE MARZO DUEMILAVENTI (di Mariangela Gualtieri)

Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.

E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede.

E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.

Photo by Brandon Mattingly on Unsplash

La poesia di Mariangela Gualtieri mi ha acceso lo spunto per una riflessione sul tempo che stiamo vivendo.
Oggi siamo costretti a fermarci e abbiamo la possibilità di accarezzare il vuoto, sviscerarlo, girarci intorno, dargli vita e forza. Possiamo abitare il vuoto.

Il vuoto spesso ci sembra qualcosa di insopportabile o di inutile perché inoccupato: ci affanniamo quindi a riempirlo, con qualsiasi cosa. Il lavoro, il cibo, lo shopping, l’alcool. Poco ci soffermiamo. Poco riflettiamo su noi stessi e sul fatto che ognuno di noi è portatore di un vuoto unico, irripetibile.

Quale immagine possiamo associare al nostro vuoto? Cosa ci viene in mente? Potremo così già provare a dargli una forma.

Il vuoto può essere generativo, può avere un’azione formativa. Se lo ascoltiamo e proviamo ad accoglierlo, ci può mandare messaggi importanti. Su di noi. Su quello che desideriamo. Possiamo scoprire una passione, o riscoprirne una. Abbiamo a disposizione tempo. 

Chissà se questo ci lascerà qualcosa. Un insegnamento di fratellanza, un’attenzione all’altro. Chissà se ci rimarrà la paura.

Dopo, saremo diversi? O torneremo ad essere veloci, a mordere la vita?

Questo è un tempo di mancanza, cerchiamo di sfruttarlo al meglio. 

Francesca Brunetti

GUARDAMI E ASCOLTAMI – PISTOIA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Abbiamo creato questo evento per sensibilizzare la popolazione di Pistoia e dintorni riguardo a un tema di fondamentale importanza come la violenza di genere. Lo abbiamo chiamato “Guardami e Ascoltami” perché il progetto si muove su due sensi, quello uditivo e quello visivo.

I° EDIZIONE (2018)

Nel 2018 abbiamo organizzato un convegno (dimensione uditiva) sul tema della violenza di genere, secondo le tre linee temporali passato/presente/futuro. I relatori hanno messo in luce gli aspetti complementari e le sinergie nel contrasto alla violenza dal punto di vista femminile della vittima e da quello maschile dell’uomo maltrattante. Sono stati sondati gli elementi della nostra cultura che ancora consentono che la violenza sia così tollerata e così poco riconosciuta, interrogando non solo gli autori e le vittime di violenza, ma anche gli atteggiamenti di chi vi assiste, spesso senza fare nulla.

Il secondo senso è stato quello di carattere visivo, con l’installazione della mostra “What were you wearing?” – “Come eri vestita?”. E’ una mostra promossa dall’Università del Kansas da un progetto di Jen Brockman e Mary Wyandt-Hiebert, esposta per la prima volta all’Università dell’Arkansas dal 31 marzo al 4 aprile 2013, ispirata al poema «What I was Wearing» di Mary Simmerling. L’associazione Libere Sinergie replica l’iniziativa in Italia, contestualizzandola al nostro ambiente socio-culturale e ha offerto la sua collaborazione a Camelia per poterla installare anche a Pistoia. La rassegna induce alla riflessione sugli stereotipi che attribuiscono alla donna che subisce violenza la responsabilità di quanto accaduto, in particolare sull’idea assai diffusa che sia il modo di vestire la donna ad indurre il sex offender a compiere violenza. In concreto, il progetto vede la realizzazione di un allestimento semplice e diretto che presenta alcune storie di donne abusate e ne mostra gli abiti che indossavano in ‘quel’ momento, non quelli veri, ma degli indumenti che ne siano una rappresentazione verosimile. La mostra ha quindi come obiettivi sia un intervento indiretto di “cura” sulle vittime, che possono realizzare e prendere consapevolezza che la violenza sessuale non è stata causata dagli abiti che indossavano, sia sviluppare una maggior conoscenza del fenomeno e degli stereotipi che lo giustificano.

L’evento ha ricevuto un contributo da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia nell’ambito di “Sviluppo e Cultura – Bando promozione eventi e progetti culturali” (anno 2018).

II° EDIZIONE (2019)

Abbiamo organizzato per la seconda edizione un evento molto complesso e impegnativo. Per il 2019 abbiamo avuto la collaborazione del Centro Antiviolenza Aiutodonna e della F.I.D.A.P.A. sez. di Pistoia, con il patrocinio del Comune di Pistoia e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Abbiamo coinvolto il mondo dell’ARTE, nella convinzione che quest’ultima possa portare alla luce i problemi sociali e possa avvicinare tipologie diversificate di pubblico a queste tematiche.
Arte come mezzo di comunicazione, come voce del popolo, come strumento che permette di gridare contro la violenza sulle donne, per sviluppare coscienze più consapevoli e cittadini più responsabilmente attivi.

L’idea è stata quella di dare la possibilità, agli artisti aderenti, di produrre un’opera che potesse raccontare il loro punto di vista sul tema della violenza alle donne, con sguardo sensibile, originale e acuto.

 

Gli artisti hanno potuto utilizzare la tecnica a loro più congeniale (pittura, scultura, fotografia, installazione, ecc…), per rendere la cittadinanza partecipe di ciò che accade, purtroppo ancora troppo spesso, nella società.

Le opere sono state esposte presso la chiesa di San Biagino a Pistoia nella settimana dal 24 novembre al 1 dicembre 2019.